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Di virus letali e lotte femministe

Da Team Scosse
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L'8 per Resistere. Scosse Associazione.

C’è un virus letale in circolo nel nostro Paese.

Il governo e i media nazionali non ne parlano. Non inviano comunicati ufficiali. Non attuano serie misure di prevenzione. Non informano i cittadini e le cittadine h 24. 

Negli ultimi anni a causa di questo virus è morta 1 donna ogni 3 giorni e 1 ogni 15 minuti ha subito violenza. 

No, non si tratta di un nuovo virus. È un virus che ha radici vecchie come il mondo. Ed il suo ceppo è stato isolato e riconosciuto da tempo. 

È il virus-patriarcato. Si annida nel nostro sub-strato sociale e culturale. L’uomo che ne è portatore sente di poter decidere della vita di una donna perché la ritiene subordinata a lui. Così la controlla, la umilia, la picchia e se non può possederla la uccide. 

La diffusione del virus-patriarcato negli anni rimane costante e non accenna a diminuire. La quarantena non lo può rallentare. Mantenere un metro di distanza dagli estranei non aiuta poiché gli uomini che uccidono le donne vivono in casa con loro e sono loro familiari o ex-partner. E lavarsene le mani non è un atteggiamento accettabile.  

Se per il cod-virus 19 ci si rivolge a esperti e esperte e si chiede come fare prevenzione, per il virus-patriarcato le esperte si ignorano. Non si aprono tavoli e non si danno fondi a chi è in prima linea per combattere l’emergenza e conosce il fenomeno della violenza maschile sulle donne. L’UE se ne è accorta da anni e ha disposto insieme ad altri stati membri una Convenzione apposita, quella di Istanbul, per combattere questo virus. Lo Stato italiano però continua a non vedere e non applica la Convenzione in termini di azioni di contrasto e prevenzione. Per questo riceve richiami e multe dalla Corte Europea da anni. E le cose non accennano a cambiare. 

Al tempo del cod-virus 19 il virus-patriarcato si fa forse ancora più visibile. Se si fa attenzione si noterà come il carico domestico, con le scuole chiuse, ricade ancor di più sulle donne. Quelle stesse donne che senza una divisione equa dei compiti in casa col proprio partner, lavorano in smart-working mentre accudiscono da sole i/le figl* in casa e svolgono i lavori domestici. Ecco che lavorano innumerevoli ore al giorno, il lavoro di cura non viene loro riconosciuto e restano sottopagate rispetto ai colleghi uomini a parità di mansione.  Oppure sono in nero o con contratti senza tutele e restano a casa forzatamente senza percepire stipendio. La violenza che si scatena dal virus-patriarcato ha tante forme e quella economica è una di esse.

Il cod-virus 19 sta mettendo a dura prova la quotidianità di tutt* ma il virus-patriarcato avvelena le nostre vite da sempre. 

Perché non se ne ha percezione? Perché non si investono fondi in prevenzione e contrasto?

Si potrebbe dire che inoltre il sistema capitalista tragga giovamento e sostegno dal virus-patriarcato. E il mercato si sa, vince e comanda su tutto.  Le donne sono sfruttate così al massimo della loro produttività in casa e fuori. Devono produrre, riprodurre, accudire. E se chiedono il giusto compenso? E se dicono basta e alzano la testa? Il sistema capitalista e il patriarcato cercano di ricacciarle giù.  

L’8 marzo in tutto il mondo le donne gridano forte e rivendicano la propria volontà di lottare unite per liberarsene. 

Ci vogliamo vive e in salute, ma ci vogliamo anche libere e felici!

È quella stessa libertà che rivendichiamo ed esercitiamo dentro e fuori le scuole, consapevoli che il cambiamento e il contrasto alla violenza di genere passa attraverso gli immaginari e le parole attraverso cui bambine e bambini costruiscono i loro desideri.

A un noto giornale nazionale che ieri ha scritto “finalmente le femministe sono fuori combattimento”, riferendosi al cod-virus 19 e alla revoca dello sciopero transfemminista del 9 marzo organizzato da Non Una Di Meno, rispondiamo che non siamo fuori combattimento e che nessuno, neanche il cod-virus 19 fermerà le nostre lotte.

Sosteniamo la sanità pubblica, adottiamo comportamenti responsabili per senso di comunità, ma abbiamo gli occhi ben aperti e continueremo a proteggere le nostre sorelle dal virus più letale che ci sia. 

SCOSSE verso l’8 marzo.

SCOSSE Associazione

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